domenica 14 aprile 2013

la polivalenza degli edifici

"Per il territorio post-metropolitano abbiamo bisogno di quella architecturae scientia di cui già parlavano gli antichi: capacità di costruire luoghi adeguati all'uso, luoghi corrispondenti alle esigenze e ai problemi del proprio tempo. 
Allora politici e architetti dovrebbero cercare di superare la monofunzionalità, pensare ad edifici davvero polivalenti.
Esiste invece ancora l'ospedale,la scuola, l'università, il museo, il teatro, gli uffici del Comune:si continua a progettare e intervenire architettonicamente, politicamente,urbanisticamente, per separatezze, creando corpi rigidi. Già solo il fatto di dire che l'edificio dev'essere polifunzionale, che deve servire a più usi,che deve essere usato da persone e funzioni diverse(giovani,vecchi,uno che fa un mestiere,uno che ne fa un altro), già questo renderebbe quel luogo più coerente con la forma di vita attuale.
Del resto già una volta a Firenze o a Venezia la residenza non era mai solo tale, era anche magazzino,negozio,bottega. La meravigliosa polifunzionalità del monastero era molto più avanti delle cose che facciamo noi:era ospedale,albergo,luogo di culto,stazione,posta,mercato,scuola,università,tutt'insieme. Noi invece come si è osservato, clinicizziamo tutto..."
tratto da 'la città' di Massimo Cacciari

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