domenica 21 aprile 2013
domenica 14 aprile 2013
Territorio post-metropolitano
"...Lo spazio complessivo risulterà dall'interazione dei suoi diversi corpi:elastici, de-formabili,capaci di accogliersi l'un l'altro, di penetrare gli uni negli altri, spugnosi, molluscolari. Ognuno sarà polivalente non solo in quanto ingloba in sé diverse funzioni, magari confinandole di nuovo al sup interno, improgionandole in sé, ma in quanto intimamente in relazione con l'altro da sé, in quanto capace di rifletterlo. Ogni parte, in tale spazio,è come una monade che accoglie in sé l'intero, che tiene in sé la logica dell'intero: una individualità universale...."
tratto da 'la città' di Massimo Cacciari
la polivalenza degli edifici
"Per il territorio post-metropolitano abbiamo bisogno di quella architecturae scientia di cui già parlavano gli antichi: capacità di costruire luoghi adeguati all'uso, luoghi corrispondenti alle esigenze e ai problemi del proprio tempo.
Allora politici e architetti dovrebbero cercare di superare la monofunzionalità, pensare ad edifici davvero polivalenti.
Esiste invece ancora l'ospedale,la scuola, l'università, il museo, il teatro, gli uffici del Comune:si continua a progettare e intervenire architettonicamente, politicamente,urbanisticamente, per separatezze, creando corpi rigidi. Già solo il fatto di dire che l'edificio dev'essere polifunzionale, che deve servire a più usi,che deve essere usato da persone e funzioni diverse(giovani,vecchi,uno che fa un mestiere,uno che ne fa un altro), già questo renderebbe quel luogo più coerente con la forma di vita attuale.
Del resto già una volta a Firenze o a Venezia la residenza non era mai solo tale, era anche magazzino,negozio,bottega. La meravigliosa polifunzionalità del monastero era molto più avanti delle cose che facciamo noi:era ospedale,albergo,luogo di culto,stazione,posta,mercato,scuola,università,tutt'insieme. Noi invece come si è osservato, clinicizziamo tutto..."
tratto da 'la città' di Massimo Cacciari